La perdita degli anni

Al Pisa Book Festival di novembre avevo comprato il libro di racconti “La perdita degli anni” di Vito Ferro che ho potuto leggere soltanto durante questi giorni di festa.

Posso dire che i racconti di Vito Ferro mi sono piaciuti, credo che le situazioni ed alcuni personaggi mi ritorneranno alla mente spesso, riflettendo su fatti che ho vissuto o ai quali ho assistito nel corso della mia vita.

In effetti questa cosa alcune volte mi capita davvero, non riesco a capire se le immagini e i ricordi che mi vengono in mente appartengano ad esperienze reali o siano rielaborazioni di cose lette in un libro o viste in un film.

I racconti di questa raccolta sono di vario genere, alcuni sono autobiografici, altri sono rivisitazioni di episodi storici, altri ancora sono fantastici e grotteschi. 

I temi ricorrenti sono: il ricordo nostalgico dell’infanzia, le problematiche della vita di coppia, il disagio della disoccupazione o di un lavoro precario e malpagato, i legami familiari, il rimorso per gli errori commessi, la magia di alcuni episodi mitici, il condizionamento dovuto alle proprie origini e la difficoltà di ambientamento a nuove situazioni, la solitudine, l’amarezza conseguente alla perdita di una persone cara.

Molti racconti sono pervasi da una atmosfera di nostalgia, soprattutto quelli che si riferiscono al ricordo di una infanzia più o meno felice, ma pur sempre innocente e spensierata, oppure al ricordo delle proprie origini (La perdita degli anni, La veglia funebre, La cicatrice, La nuova casa).

In altri prevalgono il senso di tristezzamalinconia dovuti alla solitudine, alle difficoltà che la vita o la nostra mente ci sottopongono quotidianamente (Il primo figlio, Casermette, Colloquio, Adesso succede, Bambini smarriti, Ancora notte, Arrivammo alla festa, Fino alle stelle, L’asta, Superstizione

Noto in alcuni racconti una critica amara dell’atteggiamento cinico e conformista di una società egoista e chiusa come spesso si rivela quella in cui viviamo in questi giorni (Quadrilatero, Scrittore ad ore, L’ascensore, In paradiso, Un pezzo dopo l’altro, Il Signore sta per arrivare).

Nei protagonisti, spesso avverto un malessere, un disagio e una irrequietezza che bene rappresentano “il male di vivere” caratteristico della nostra epoca.

Ho trovato, infine, molto originali i racconti relativi alla vita di Gesù (Il fratelloLa prima notte) e i racconti fantastici (La tua passeggiata, L’asta, L a fotografia).

Forse perché coetaneo dell’autore, sento i temi trattati molto vicini e molto attuali e credo che tra tutti i racconti ci sia un filo comune, infatti nella descrizione del libro c’è scritto: “Le voci e le esistenze dei personaggi, che sembrano parlarsi da un racconto all’altro, costruiscono la narrazione di un mondo surreale, grottesco, rovesciato. Eppure il lettore, se volge lo sguardo dall’inganno consueto, comprende che questa non è altro che la realtà“.

I racconti che mi sono piaciuti di più sono: Scrittore ad ore, L’ascensore, Colloquio, Superstizione, Il primo figlio e Il fratello.

 

 

Fonti e riferimenti:

6 anni ago

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