Craco, il paese fantasma

Ieri per la prima volta sono stato a Craco, il cosiddetto “paese fantasma” in provincia di Matera.

Un po’ di storia

Le prime tracce delle origini di Craco sono alcune tombe, che risalgono all’VIII secolo a.C. E’ probabile che il paese abbia offerto riparo ai coloni greci di Metaponto, quando questi si sono trasferiti in territorio collinare, forse per sfuggire alla malaria che imperversava nella pianura.
La prima testimonianza del nome della città è invece del 1060, quando il territorio fu sottoposto all’autorità dell’arcivescovo Arnaldo di Tricarico, che chiamò il territorio Graculum, ovvero piccolo campo arato.
In seguito il paese ha conosciuto l’occupazione di bizantini e normanni. Si parla di Craco in alcune cronache relative alle gesta del noto brigante Carmine Crocco all’epoca dell’unità d’Italia.
Nel 1963, in seguito a una frana che fece scivolare nella vallata tutti gli edifici al di sotto della piazza principale, il paese fu evacuato quasi totalmente, l’abbandono della popolazione fu inevitabile e definitivo dopo il terremoto che colpì Irpinia e Basilicata nel 1980.

Craco oggi: come si presenta ai turisti

Oggi Craco si presenta ai turisti si presenta all’interno di uno scenario molto suggestivo, circondata dai calanchi (profondi solchi scavati nel terreno cretoso dalla discesa a valle delle acque piovane) e da boschi di cipressi , come un paese completamente disabitato e abbandonato.

Fa impressione notare come parti intere di alcuni edifici siano completamente traslate rispetto al resto del palazzo. Quasi tutti gli edifici e le case case sono privi di copertura e sono stati saccheggiati quindi sono vuoti e privi di elementi decorativi. Soltanto in un edificio vicino alla chiesa è possibile scorgere dal basso gli affreschi presenti sulle volte che non sono crollate. Dalle finestre di alcune case è possibile intravedere in lontananza, quando non c’è foschia, le ciminiere della Ilva di Taranto e il mar Ionio.

Una curiosità, sotto una di queste finestre, negli anni 80, un turista scrisse con un pennarello la parola “Fantastico” (foto nella galleria), la scritta non è mai stata rimossa anche perché quella finestra è sempre presa come punto d’incontro e di riferimento da parte delle troupe cinematografiche che si danno apuntamento a una certa ora “davanti a Fantastico“.

L’accesso al sito è consentito solo con delle visite guidate, specialmente in estate ne sono previste diverse al giorno, e muniti di caschi protettivi lungo un percorso prestabilito che non prevede l’ingresso in alcun edificio, perché tutti pericolanti.

Speriamo che questo paese sia valorizzato ancora di più e che i finanziamenti promessi per il restauro della chiesa, di alcuni edifici e la realizzazione di un perscorso completo siano effettivamente stanziati e usati in modo opportuno perché Craco è davvero un luogo che sembra magico, fuori dal tempo e che davvero stuzzica la fantasia.

Questo inverno avevo letto un romanzo, L’ultima sposa di Palmira, dello scrittore Giuseppe Lupo che era ambientato in un paese abbandonato dopo il terremoto del 1980. Nel libro il paese si chiama Palmira. In questo romanzo si raccontano vari episodi fantastici legati a questo paese magico e ai suoi abitanti. Quando ho visto Craco ho subito ripensato a questo romanzo, chissà se l’autore si è ispirato un po’ anche a questo paese.

Sicuramente molti registi lo hanno usato come set cinematografico per numerosi film, come La passione di Cristo di Mel Gibson e Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi.

 

Fonti e riferimenti:

5 anni ago

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